Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/150

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giovine con grandissime lagrime chiedendo a Dio e al mondo perdono dei suoi peccati, prese divotamente il sacratissimo corpo del nostro Salvatore. La sera poi, quasi ne l’ imbrunir de la notte, in quella medesima torre per comandamento del padre gli fu dal manigoldo mózzo il capo. Fu altresí a la donna in quell’ora medesima ne l’altra torre tagliata la testa, ben che ella punto non mostrasse esser de la commessa sceleraggine pentita, perciò che mai non si volle confessare, anzi altro non faceva giá mai che pregare che una volta veder le lasciassero il suo signor Ugo. E cosi col tanto gradito ed amato nome del conte Ugo in bocca la misera e sfortunata fu decapitata. Il seguente giorno poi fece il marchese tutti duo i corpi lavati e signorilmente vestiti metter in mezzo del cortile del palazzo, ove fu lecito di vederli a qualunque persona volle, fin che venne la sera che in una medesima sepoltura gli fece in San Francesco porre con pompa funerale accompagnati. Ora veggendosi il marchese senza moglie e senza figliuoli legitimi, si maritò la terza volta e prese per moglie la signora Ricciarda figliuola del marchese di Saluzzo, de la quale nacquero il duca Ercole padre del duca Alfonso ed altresi il signor Sigismondo da Este mio padre. Io so che sono alcuni che hanno openione che lo sfortunato conte non fosse figliuolo de la prima moglie del marchese Niccolò, ma che fosse il primo figliuol bastardo che avesse; ma essi forte s’ ingannano, perché fu legitimo ed era conte di Rovigo, come piú volte ho sentito dire a la buona memoria del signor mio padre.