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PARTE PRIMA

oltra questa prima notte gli avvenne anco per l’altre tre continove notti che con la donna giacque. Del che dolendosi oltra modo e dubitando non esser d’alcuna cosa maliosa impedito, di doglia e di vergogna se ne moriva. La donna che per fermo credeva ciò avvenirgli per troppo amore, il confortava a la meglio che sapeva. Ma questo caso tanto fu a lui gravoso a sofferire che piú volte dopo Tessersi amaramente rammaricato e doluto entrò in desiderio di volersi uccidere. Il perché, tornato innanzi giorno a Talbergo e in camera serratosi, prese un pugnale e quello si cacciò animosamente nel petto. Ma o per debolezza del braccio o che che si fosse cagione, la piaga non penetrò a dentro per lo diritto, ma si torse verso il destro fianco. E vinto il giovine dal dolore cadde boccone sovra il letto, ove buona pezza come fuora di sé dimorò. Pure rivenuto in sé e l’uscio de la camera aperto, chiamò un suo fidatissimo cameriero al quale narrò il fatto com’era, seco ordinando che si dicesse che la notte era stato ferito andando per la terra. Fatto poi venire i medici attese diligentemente a curarsi. La donna che l’accidente secondo che era seguito aveva dal cameriero inteso, ne ebbe grandissimo affanno e dolore e mandògli a dire che per quanto amore le portava, si confortasse e facesse ogni cosa per guarire. Ora egli non mancò a se stesso e usò tutti i rimedi necessari per sanarsi. Tuttavia egli stette piú di dui mesi in camera prima che guarisse, si perché la ferita era in luogo pericoloso per la testa che era toccata dal pugnale, ed altresi per la stagione che era giá T invernata. Essendo poi compitamente sanato e per la cittá cavalcando e avendo le deboli forze ricuperate, fece intendere a la sua donna che volentieri, piacendole, sarebbe una notte ito a trovarla. Ed avuta la comoditá, molto di buona voglia a quella si condusse, da la quale con soavissimi abbracciamenti e dolcissimi baci lietamente fu raccolto. Entrato poi in letto con lei e meglio che prima fatto non aveva, sapendo l’allegrezza ed amorosa gioia comportare, recatasi la donna in braccio, amorosamente con quella si giacque e piú volte quel piacer ne prese che l’ultimo diletto d’amore è dagli amanti chiamato. E talora lassi, ragionando de le cose passate ridendo e scherzando insieme,