Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/199

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vietò ogni caccia cosi di fiere come d’augelli, in qualunque modo si fosse, e v’era pena la testa a chi senza sua licenza fosse ito a cacciare o ad augeilare. Si dilettò poi aver appresso di sé uomini di bassa condizione e di sangue vile, dando tanta libertá ad Olivero Banno suo barbiero quanta sarebbe stata condecente dare al primo prencipe del sangue reale. E col consiglio di costui e d’altri suoi pari incrudeli sopra il sangue proprio e fece anco morire alcuni prencipi, i quali quando il re gli avesse tenuti da pari loro non sarebbero forse incorsi negli errori che fecero. Ora vivendo Luigi non come re ma privatissimamente, e vestendo per l’ordinario di vilissimi panni, portando un cappello tutto carco di cocchiglie e d’ imagini di santi da duo o tre quattrini l’una, avvenne che un di essendo egli rimaso con pochissima compagnia in casa, andò la sera ne la cucina ove il mangiar de la sua bocca si coceva, e vide un giovanetto d’assai buon aspetto e piu che non si conveniva a si vii mestiero come faceva, perciò che girava al fuoco uno spedo d’arrosto di castrato. Piacque l’aspetto e l’aria del fanciullo al re, e gli disse : — Garzone, dimmi chi tu sei e donde vieni, chi è tuo padre e ciò che tu guadagni il giorno con questo tuo mestiero. — Il giovine che novellamente era venuto in casa e dal cuoco del re preso per guattero, non conosceva ancor nessuno de la corte: si pensò che colui che parlava seco in cucina fosse qualche peregrino che venisse da San Giacomo di Galizia, veggendolo vestito di bigio e con quel cappello in capo carco di cocchiglie, e gli rispose: — • Io sono un povero figliuolo chiamato Stefano — e disse la patria sua e il nome del padre — che servo al re in questo basso ufficio che voi vedete, e nondimeno io guadagno tanto quanto egli si faccia. — Come — rispose il re — che tu guadagni altrettanto quanto il re? e che cosa guadagni tu? il re anco che cosa guadagna egli ? — Il re — disse il guattarello — guadagna ciò che mangia, beve e veste, e per la mia fede io averò altrettanto da lui si come egli ha da nostro signor Iddio; e quando verrá il giorno de la morte egli, ben che sia ricchissimo re ed io poverissimo compagno, non porterá perciò piú seco di quello che porterò io. — Questo saggio motto piacque sommamente al