Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/211

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condolute e rallegrate, subito ne diedero nuova ai lor uomini. Onde in poco d’ora fu la casa di Carlo piena dei suoi parenti, che avuta questa nuova il vennero a visitare. Si condolsero tutti seco de la prigionia e si rallegrarono che fuori ne fosse uscito. Poi si scusarono di non l’aver aiutato nel pagar de la condannagione e gli dissero i rispetti che ritenuti gli avevano. Avendo giá Carlo da la sorella inteso che ella niente sapeva de la liberazione di lui né chi si fosse che la pena aveva pagato, e ora intendendo nessuno di quelli che venuti erano a visitarlo esser stato il pagatore, restò tutto pieno di grandissima meraviglia, aspettando con il maggior desiderio del mondo il nuovo giorno per saper chi pagata la pena avesse e a cui di tanto beneficio restava ubligato. Venuto il seguente giorno, come fu aperta la camera de l’ufficio del camerlingato egli colá si trasferí, e trovato il camerlingo che alora in camera entrava, dopo l’averlo amichevolmente salutato lo domandò chi fosse stato il pagatore dei mille fiorini in cui egli era da la Signoria condannato. Il camerlingo cosi gli rispose : — Carlo, tu saperai che iersera tra le ventitré e ventiquattro ore venne qui a trovarmi Anseimo di messer Salimbene e pagò per te mille ducati d’oro, e mi richiese che io gli facessi la cedula de la tua liberazione, il che subitamente io feci. E di piú ti vo’ dire che volendogli io restituire il sovra piú dei mille fiorini, non lo volle. Se tu ora lo vuoi, io son presto a darloti molto volentieri, avvisandoti che ancora non ho scritto la somma del tuo pagamento, pensando che tu il devessi volere. Bene iersera acconciai la tua ragione. — Carlo sentendo questo disse che altrimenti non voleva l’avantaggio dei mille ducati e che scrivesse pure come mille ducati d’oro pagati s’erano. Ringraziatolo poi de le sue offerte, da lui si parti e a casa se ne tornò. Quivi pensando e ripensando a la cortesia e liberalitá del Salimbene ed investigando tra sé chi mosso l’avesse ad usar cotanta generositá, sapendo l’antica e crudel nemicizia che tra’ Salimbeni e Montanini con tanto spargimento di sangue era durata, non sapeva che cosa imaginarsi né che si dire. Profondandosi poi senza fine nei pensieri e minutamente tutte l’azioni d’ Anseimo