Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/388

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avvolta la cappa, se la pose sovra il capo, e rivoltata la punta de la spada verso il nemico, quello dirittamente feri ne la gola e gliela passò di banda in banda, di modo che Tebaldo subito si lasciò cascar boccone in terra morto. Il romore si levò grandissimo, ed arrivando la corte del podestá, dei combattenti chi andò in qua chi in lá. Romeo fuor di misura dolente che Tebaldo avesse morto, accompagnato da molti dei suoi se n’andò a San Francesco a ricoverarsi ne la camera di fra Lorenzo. Il buon frate udendo il caso intervenuto de la morte del giovine Tebaldo, restò molto disperato, stimando che ordine piú non ci fosse di levar la nemicizia tra le due famiglie. I Capelletti uniti insieme andarono a querelarsi al signor Bartolomeo. Da l’altra parte il padre de l’ascoso Romeo con i primi dei Montecchi provarono che andando Romeo per la cittá a diporto con i suoi compagni, che a caso abbattendosi ove i Montecchi erano stati assaliti dai Capelletti, entrò ne la zuffa per levar via i romori ed acquetar la questione; ma che ferito di traverso da Tebaldo, lo pregò che volesse far ritirar i suoi e depor l’armi, e che Tebaldo ritornò a ferirlo, ed il caso com’era successo. E cosi l’un l’altro accusando e tutti scusandosi, innanzi al signor Bartolomeo fieramente tenzonavano. Tuttavia essendo assai manifesto i Capelletti esser stati gli assalitori, e provatosi per molti testimoni degni di fede ciò che Romeo prima ai suoi compagni detto aveva e le parole verso Tebaldo usate, il signor Bartolomeo fatto depor a tutti l’arme, fece bandir Romeo. Era ne la casa dei Capelletti un grandissimo pianto per la morte del loro Tebaldo. Giulietta allargate le vene al lagrimare, a quello punto non metteva sosta, ma dirottamente piangendo, non la morte del cugino piangeva, ma de la perduta speranza del parentado oltra modo s’attristava e miseramente s’affligeva, non sapendo a che fine la cosa riuscisse, imaginarsi. Avendo poi per via di fra Lorenzo inteso ove Romeo si trovava, gli scrisse una lettera tutta piena di lagrime e per mano de la vecchia al frate la mandò. Sapeva ella Romeo esser bandito e che forza era che da Verona si partisse, onde affettuosissimamente lo pregava che le volesse dar il modo di partirsi seco. Romeo le scrisse che si desse pace.