Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/392

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marito. — • Io non vo’ altrimenti maritarmi — rispose ella a la madre, soggiungendo che se punto l’amava e di lei le caleva, che non le favellasse di marito. La madre udendo la risposta de la figliuola, a quella disse : — Che vuoi tu adunque essere se non vuoi marito? vuoi tu farti pinzochera o diventar monaca? Dimmi l’animo tuo. — Giulietta alora le rispose che non voleva esser pinzochera né monaca e che non sapeva ciò che si volesse, se non morire. Restò la madre a queste risposte piena d’ammirazione e dispiacere e non sapeva che dirsi e meno che farsi. Tutti quei di casa altro non sapevano che dire se non che Giulietta dopo la morte del cugino sempre era stata di malissima voglia e che non cessava mai di piangere, né dopoi a le finestre era stata veduta. Riferí ogni cosa madonna Giovanna a messer Antonio. Egli chiamata a sé la figliuola, dopo alcuni ragionamenti le disse: — Figliuola mia, veggendoti oggimai d’etá da marito, t’ ho ritrovato uno sposo molto nobile, ricco e bello, il quale è signor e conte di Lodrone. Perciò disponti a prenderlo e far quanto io voglio, ché simili onorevoli partiti si trovano di rado. — A questo Giulietta con maggior animo che ad una fanciulla non conveniva, liberamente rispose che ella non voleva maritarsi. Il padre si turbò forte e salito in còlerá fu vicino a batterla. Ben la minacciò rigidamente con agre parole, ed a la fine le conchiuse che volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andar con la madre ed altre parenti a Villafranca, perciò che quivi deveva venir il conte Paris con sua compagnia a vederla, e che a questo non facesse né replica né resistenza se non voleva che le rompesse il capo e la facesse la piú trista figliuola che mai fosse nata. Qual fosse l’animo di Giulietta, quali i pensieri, pensilo chi mai provò le fiamme amorose. Ella restò sí stordita che proprio pareva tócca da la saetta del folgorante tuono. In sé poi rivenuta avvisò del tutto Romeo per via di fra Lorenzo. Romeo le riscrisse che facesse buon animo, perché verria in breve a levarla de la casa del . padre e condurla a Mantova. Or fu pur forza che andasse a Villafranca, ove il padre aveva un bellissimo podere. Ella v’andò con quel piacere che vanno i condannati a la morte su le forche