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39 §

PARTE SECONDA

Il frate venuto da Verona voleva pure allegare che alora alora era arrivato né s’era mescolato con nessuno; ma invano s’affaticò, ché a mal suo grado gli convenne rimanere con gli altri frati nel convento, onde non diede quella benedetta lettera a Romeo né altrimenti gli mandò a dir cosa alcuna. Il che fu di grandissimo male e scandalo cagione, come a mano a mano intenderete. Fra questo mezzo in Verona s’apparecchiavano le solennissime essequie de la giovane che si teneva per morta, e si deliberò farle quel di stesso ne l’ora tarda de la sera. Pietro servidor di Romeo sentendo dire che Giulietta era morta, tutto sbigotti e deliberò tra sé d’andar a Mantova, ma prima aspettar l’ora de la sepoltura de la giovane e vederla portar a la sepoltura, per poter dir al suo padrone che veduta morta l’aveva. Ché pure ch’egli potesse di Verona uscire, faceva pensiero cavalcar di notte ed a l’aprir de la porta entrar in Mantova. Fu adunque sul tardi con universal dispiacere di tutta Verona levata la bara funebre con Giulietta dentro, e con la pompa di tutti Ì chierici e frati de la cittá indirizzata verso San Francesco. Pietro era cosi stordito e per la compassione del suo padrone, il quale sapeva che unicamente la giovane amava, cosi fuor di sé che mai non ebbe avviso d’andar a veder fra Lorenzo e parlar seco, come l’altre volte era solito di fare; ché se egli andava a trovar il frate, averebbe intesa l’ istoria de la polvere, e dicendola a Romeo, non succedevano gli scandali che successero. Ora vista che egli ebbe Giulietta in bara e quella manifestamente conosciuta, montò a cavallo e andato di buon passo a Villafranca, quivi a rifrescar il suo cavallo e dormir una pezza attese. Levatosi poi di piú di due ore innanzi giorno, nel levar del sole entrò in Mantova e andò a la casa del padrone. Ma torniamo a Verona. Portata la giovane a la chiesa e cantati solennemente gli uffici dei morti, come è il costume in simili essequie di farsi, fu circa mezz’ora di notte messa ne l’avello. Era l’avello del marmo molto grande fuor de la chiesa sovra il cimitero, e da un lato era attaccato ad un muro che in un altro cimitero aveva da tre in quattro braccia di luogo murato, ove quando alcun corpo dentro l’arca si metteva, si gettavano Tossa di quelli che ivi primieramente erano