Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/406

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vato Favello ov’era Giulietta, quello con lor ordigni destramente apersero ed il coperchio con fermi puntelli puntellarono. Aveva Pietro per commissione di Romeo portato seco una picciola lanternetta che altri chiamano « ceca », altri « sorda »,la quale, scoperta, diede loro aita ad aprir l’arca e ben puntellarla. Entrò dentro Romeo e vide la carissima moglie che invero pareva morta. Cadette subito Romeo tutto svenuto a lato a Giulietta, di quella assai piú morto, ed un pezzo stette fuor di sé tanto dal dolore oppresso che fu vicino a morire. In sé poi rivenuto la carissima moglie abbracciò e piú volte basciandola, di caldissime lagrime lo smorto viso le bagnava, e dal dirotto pianto impedito non poteva formar parola. Egli pianse assai e poi disse di molte parole che averebbero commosso a pietá i piú ferrigni animi del mondo. A la fine avendo tra sé deliberato di non voler piú vivere, presa la picciola ampolletta che recata aveva, l’acqua del veleno che dentro v’era postasi a la bocca, tutta in un sorso mandò giú per la gola. Fatto questo, chiamò Pietro che in uno dei canti del cimitero stava, e gli disse che su salisse. Salito che fu ed a l’orlo de l’arca appoggiato, Romeo in questo modo gli parlò : — Eccoti, o Pietro, mia moglie, la quale se io amava ed amo tu in parte lo sai. Io conosco che tanto m’era possibil vivere senza lei quanto senza anima può viver un corpo, e perciò portai meco l’acqua « del serpe », che sai che in meno di un’ora ammazza l’uomo, e quella ho bevuta lietamente e volentieri per restar morto qui a canto a quella che in vita tanto amai, a ciò che se vivendo non m’ è lecito di starmene seco, morto almeno con lei resti sepolto. Vedi l’ampolla ove era dentro l’acqua che, se ti ricordi, ci diede in Mantova quello spoletino che aveva quegli aspidi vivi ed altri serpenti. Iddio per sua misericordia ed infinita bontá mi perdoni, perciò che me stesso non ho io ucciso per offenderlo, ma per non rimanere in vita senza la cara mia consorte. E se bene mi vedi gli occhi molli di lagrime, non ti pensar giá che io per pietá di me che giovanetto mora, pianga; ma il pianto mio procede dal dolore che sento grandissimo per la morte di costei che degna era viver piú lieta e tranquilla vita. Darai questa mia lettera a mio padre,