Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/409

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il corpo del morto Tebaldo che alcuni mesi innanzi egli ne la zuffa, come giá intendeste, aveva ucciso. E riconosciutolo, verso quello rivolto disse: — Tebaldo, ovunque tu ti sia, tu dèi sapere che io non cercava d’offenderti, anzi entrai ne la mischia per acquetarla e ti ammonii che tu facessi ritirar i tuoi, che io ai miei averei fatto depor l’arme. Ma tu che pieno eri d’ ira e d’odio antico, non curasti le mie parole, ma con fellone animo per incrudelir in me mi assalisti. Io da te sforzato e perduta la pazienza, non volli ritirarmi un dito indietro, e diffendendomi volle la tua mala sorte che io t’ammazzai. Ora ti chieggio perdono de l’offesa che al corpo tuo feci, e tanto piú che io giá era tuo parente divenuto per la tua cugina da me giá per moglie sposata. Se tu brami da me vendetta, ecco che conseguita l’ hai. E qual vendetta maggiore potevi tu desiderare che sapere che colui che t’uccise si sia da se stesso a la presenza tua avvelenato e a te dinanzi volontariamente se ne mora, a te ancora accanto restando sepellito? Se in vita guerreggiammo, in morte in un stesso sepolcro resteremo senza lite. — Pietro a questi pietosi ragionamenti del marito ed al pianto de la moglie se ne stava come una statua di marmo, e non sapeva se era vero ciò che vedeva e udiva o veramente se si sognava, e non sapeva che dirsi né che farsi, cosi era stordito. La povera Giulietta piú che altra donna dolente, poi che senza fine si dolse, a Romeo disse : — Dapoi che a Dio non è piaciuto che insieme viviamo, piacciagli almeno che io qui con voi resti sepolta. E siate pur sicuro, avvenga mò ciò che si voglia, che quindi senza voi non mi dipartirò giá mai. — Romeo presala di nuovo in braccio, la cominciò lusinghevolmente a pregare che ella si consolasse e attendesse a vivere, perciò che egli se n’anderebbe consolato quando fosse certo che ella restasse in vita, e a questo proposito molte cose le disse. Egli si sentiva a poco a poco venir meno e giá quasi gli era in buona parte offoscata la vista, e l’altre forze del corpo si erano deboli divenute che piú dritto tener non si poteva, onde abbandonandosi si lasciò andar giú e pietosamente nel volto de la dolente moglie guardando, disse: - — Oimè, vita mia, che io mi muoio. — Fra Lorenzo, che che fosse