Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/415

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dico e consacro. Scrissi non è molto la novelletta che voi pure a Montorio narraste quando un’altra compagnia dal signor Cesare vi fu condutta, e quella ho donata al nostro gentilissimo conte Bartolomeo Canossa a cui le cose da voi narrate sogliono mirabilmente piacere. Ma a chi non piace egli ciò che voi con la penna od in prosa od in verso scrivete o tra gli amici ed altrove ragionate? Egli sará bene di poco gusto e di rintuzzato ingegno. State sano.

NOVELLA X

Piacevoli beffe d’un pittor veronese fatte al conte di Cariati, al Bembo e ad altri, con faceti ragionamenti.

Egli è circa un anno che in questo medesimo luogo il valoroso e splendidissimo signor Cesare che quivi con quei capitani ed altri gentiluomini e vaghe donne ragiona, e ad un’altra bella compagnia venuta da Vinegia fece un largo e splendido convito, come ordinariamente fa a chi dei nostri gentiluomini veneziani ci capita; oltra che poche segnalate persone capitano a Verona che egli non levi da l’osteria e conduca a casa sua, onorando ciascuno secondo la qualitá e valore degli uomini. E nel vero io ho veduto pochi suoi pari che sappiano accarezzare cosi umanamente uno forestiero come egli festeggia, intertiene ed onora. Questo maggio passato, se vi ricorda, vennero a Verona alcuni signori e signore mantovane ai quali qui in questo proprio luogo, ai Lanfranchini e sul lago di Garda fece conviti sontuosissimi, di modo che non ci fu persona che non rimanesse stupefatta de la delicatura, copia e varietá dei cibi é del quieto e bellissimo ordine del servire; ed alora la vertuosa e gentilissima signora sua consorte che quivi vedete non ci puoté essere, perciò che non era una settimana che di parto giaceva nel letto. Avete veduto che desinar è stato quello d’oggi, e la cena vederete che non sará meno un pelo, anzi ci sará alcuna cosa da vantaggio. Ma io vi vo’ far vedere che quando a mezzo giorno è il cielo senza una minima nugoletta sereno, che il sole risplenda;