Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/86

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novella v 83

sua camera si ritirò. Non dopo molto scese anco giú Angravalle col fante, i quali veggendo ella ancora di segreto ragionare, disse fra sé: — Usate pure quante arti e quanta industria sapete, e mettetevi come spioni a le poste, ch’io voglio far l’amante mio venir a giacersi meco; e voi il vederete, e nondimeno io mi porterò di tal maniera che poi non lo crederete, anzi terrete per fermo esservi ingannati. Per l’anima di mia madre che io farò tutto questo, e so che caverò la gelosia del capo a questo montone di mio marito, e a quel poltrone del fante farò sí fatto scherzo e si rilevato scorno, che egli fin che viveri sí ricorderá mai sempre di santo Ermo e de la sua solennitá. — Né guari dopo venne il dí che Angravalle deveva andar in villa, o egli, per dir meglio, voleva far sembiante d’andarvi. Finse adunque di partirsi, e detto a la donna che quattro o cinque giorni starebbe fuori per certe bisogne che occorrevano, a casa d’un suo conoscente se n’andò; e quivi lasciata la mula, a le due ore a casa sua se ne venne e verso la stalla si condusse, ove il fante, secondo l’ordine dato, l’attendeva, il quale di dentro la stalla lo introdusse, e da la stalla passato nel giardino, e da quel a un altro luogo, quivi tutti dui s’appiattarono, perché da quel luogo si poteva benissimo veder se persona a la camera de la moglie si avvicinava per entrarvi dentro. Non era ancora Angravalle geloso col suo famiglio stato un’ora a la vedetta, quando Niceno per comandamento de la bella e scaltrita Bindoccia sovravvenne mezzo travestito di tal maniera, che di leggero poteva da ciascuno che di lui pratica avesse esser ben conosciuto. Angravalle di certo il conobbe, e non dubitò punto che quello Niceno fosse. L’amante se n’andò tutto dritto ove Bindoccia lo attendeva, che gioiosamente lo raccolse. Angravalle veduto questo impose al famiglio che di quel luogo non partisse fin che egli non ritornasse, ma ben mettesse mente se Niceno si partiva. Poi, pieno di fellon e mal animo verso de’ dui amanti, con deliberazione di far loro un brutto scherzo, prese le sue armi, a la casa del suocero ne volò con frettoloso passo. Come quivi fu giunto, egli cominciò quanto piú forte poteva a batter la porta, e tanto quella percosse che