Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/35

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32 parte prima

tutto il di per casa fiutando come un can segugio per spiar tutto ciò che si faceva, e mille volte l’ora in qua e in lá trascorreva, che pareva proprio che fondato fosse su l’argento vivo o vero che morso fosse stato da una de le tarantole de la Puglia. Essendo adunque Gandino di questo modo concio, o fosse vero o fingesse, mai non riposava. Sogliono communemente le damigelle che ne le corti s’allevano, quanto piú sono di poveri parenti e di vil sangue nate, tanto piú far le grandi e volersi sempre porre innanzi a le meglio nate di loro. Cosi faceva Zanina, che nel modo suo del vivere pareva a punto che uscita fosse da l’illustrissima schiatta dei nobilissimi signori Vesconti, e poche donne vedeva de le quali non dicesse male, come se ella fosse stata la piú nobile e la piú bella del mondo. Come fu maritata, pochi giorni passavano che non si lamentasse de la doglia del capo, e se ne stava uno e dui giorni in camera senza servir la padrona né far cosa alcuna. In questo tempo Gandino da lato a lei punto non si partiva e mostrava in apparenza aver maggior dolor di lei. Era divenuto maggiordomo Gandino de la signora Clarice, ed ogni volta che la moglie si mostrava inferma e stava ritirata in camera, egli la faceva servir come una prencipessa e le faceva portar le sue vivande in piatti d’argento e coperti, e voleva che mentre mangiava i servidori la servissero a capo scoperto. Il che mi abbattei una volta a veder essendo a Gibello, e mi parve molto strano veggendo che in servir a tavola la signora Clarice stavano coperti. Zanina che era scaltrita e piú maliziosa d’una volpe, per meglio confettar il marito che era un augellaccio e nuovo squasimodeo, talora se un’oncia di male sentiva fingeva averne piú di cento libbre, e se ne stava tutto ’l di in camera con il Petrarca, le Centonovelle o il Furioso, che di nuovo era uscito fuori, ne le mani, o leggeva la Nanna o sia Raffaella de l’Aretino, di maniera che bene spesso ser Gandino, a ciò che la moglie troppo leggendo non s’affaticasse, faceva egli il lettore, e con quella sua goffa pronunzia bergamasca le leggeva tutto ciò che ella comandava. Cosi, tanto che ella diceva sentirsi indisposta, egli voleva che in camera mangiasse e la faceva meglio servire che non si serviva la