Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/113

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I IO PARTE SECONDA era ed oggidì ancora è in moki luoghi a Atica e lodevole consuetudine che ogni gentiluomo che si trovava aver castello o villa in suo potere, in quello faceva fabricar una agiata camera particolarmente per alloggiarvi dentro i frati minori. E questo facevasi perciò che, stando ordinariamente tutti i gentiluomini francesi mal volentieri ne le città, abitano communemente fuori a le lor castella e piazze, ove sono assai più liberi e ponno più agiatamente attender a la caccia cosi degli augelli come de le fere, de la quale tutti mirabilmente si dilettano. Ne la quadragesima poi ed altre feste solenni, secondo la bisogna mandano a pigliare, si per le confessioni come altresì per le prediche e altri uffici divini, quei religiosi che più secondo la divozione ed inclinazion loro gli aggradono, e per lo più de le volte si servono dei cordiglieri. Ora non è guari di tempo nel paese di Normandia fu e forse ancora è un gentiluomo, il quale aveva una bellissima moglie, donna, oltra la bellezza, dotata di bei costumi, leggiadre maniere e d’animo molto grande e magnanimo. Questo continovamente dimorava ad un suo castello, diportandosi ora con augelli di rapina, ora con cani ed ora con reti a la caccia ed ora in altri piaceri, secondo che la stagione comportava. Aveva costui gran domestichezza con un frate minore assai giovine, uomo che da l’abito in fuori nulla o poco teneva de la vita di san Francesco, come quasi per l’ordinario tutti i religiosi costumano. I quali si hanno tralignato dai lor maggiori, che se Basilio, Agostino, Benedetto, Bernardo, Domenico e Francesco descendessero dal cielo in terra, non conoscerebbero certo più i monasteri, e meno i nuovi e poco mal limati lor costumi, ed assai poco le forme e colori degli abiti, di modo che, levandone il nome, tutti ad una voce direbbero questi che ora si chiamano frati o monachi non esser lor discepoli. Ma lasciando questa pratica, vegniamo al frate, il quale ancor che facesse d’ogni erba fascio, sapeva però cosi astutamente governarsi che appo tutti i paesani era in buona openione e tenuto uomo di santa vita, perciò che nel publico sempre si vedeva andar con gli occhi bassi, con le mani insieme composte e con il collo torto e col passo misurato sempre d'un tenore, che