![]() |
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. | ![]() |
i78
PARTE PRIMA
del grave infortunio, e dubitando forte che il misero amante
non si fosse fiaccato il collo, quando partito il vide si raccon-
solò alquanto, e la scala ritirò in camera. Ma torniamo al disgra-
ziato amante, il quale a pena tramortito era ed isvenuto, che
uno dei capitani dei signori di notte con i suoi zaffi, vi ar-
rivò. E ritrovato colui steso per terra e per Aloise Fo,scari
riconosciutolo, il fece levar del luogo ove giaceva, e morto ferma-
mente credendolo comandò che in chiesa ivi assai vicina fosse
riposto. Il che subito fu messo in essecuzione. Da l’altro canto
poi, considerato il luogo ove trovato l’aveva, dubitò forte che,
o Girolamo Bembo o Anselmo Barbadico, dinanzi a le cui case
gli pareva esser stato commesso l’omicidio, non l’avessero ucciso.
Credeva egli questo, e massimamente che aveva sentito non
so che stropiccio di piedi a una de le porte di coloro. Il perché
divisa la compagnia, parte ne mandò a una banda e parte a
l’altra, e a la meglio che puoté si .sforzò circondar le case. E
come volle la fortuna, ritrovò per trascuraggine de le fantesche
le porte de le due case aperte. Erano quella notte i dui amanti
l’uno in casa de l’altro entrati a giacersi con le lor donne.
Onde sentito il calpestio e romore che per casa i sergenti face-
vano, subito le donne, saltando di letto e tolte le lor vesti in
spalla, per la via de l’orto, senza esser vedute a le case loro
si condussero, e tremanti aspettavano a che fine la cosa devesse
riuscire. Girolamo ed Anseimo, non sapendo che romor quello
si fosse, mentre cosi al buio s’affrettavano di vestirsi; furono
dagli sbirri dei signori di notte a salvamano presi, di modo
che Girolamo in camera d’Anselmo ed Anseimo in quella di
Girolamo restarono in mano de la giustizia. Di questa cosa il
capitano e i zaffi non poco si meravigliarono, sapendo tutti la
nemicizia che tra loro regnava. Ma es,sendosi accesi molti torchi,
e i dui gentiluomini tratti fuor di casa, fu di loro la meraviglia
molto maggiore quando l’uno in casa de l’altro quasi ignudi
esser stati fatti prigioni si conobbero. Ed oltra la meraviglia,
tanto di sdegno vi s’accrebbe, quanto ciascuno tacitamente ima-
ginar e creder si puote. Ma oltra ogni credenza contro le in-
nocentissime mogli di fellon animo si ritrovavano, e l’un l’altro