Pagina:Bandello - Novelle, ed. riveduta, vol 1, 1928 - BEIC 1971550.djvu/206

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e non sapeva come si fare, essendogli in tutto mancato il viver dei cavalli. Onde andando un giorno a spasso per la cittá, co- minciò con i suoi famigli a ragionare del modo che tener si deveva per nodrire i cavalli, non essendo piú strame in casa, né fieno né biada, e ne la terra non se ne trovando per danari. E ragionando egli di questo, un servidor gli disse : — Padrone, io ho veduto condurre, non è un’ ora, una lezza di fieno ne la tale strada, la quale fu dal bovaro fermata dinanzi a la casa del tale. Egli ve ne potrebbe o prestare o vender una parte, fino che da la villa possiate far menar del vostro. Oramai co- mincia a rimetter in qualche parte il gran freddo ed il Po co- mincerá a farsi navigabile. — Il giovine udendo questo deliberò per via di qualche suo amico fargliene richiedere, perciò che egli con il padrone del fieno non parlava, per rispetto che avendo fatto il servidore a la moglie di colui ed accortosi di questo il marito, ne era divenuto geloso e non guardava di buon viso il nostro giovine. Mentre che di tal cosa ragionavano, prese egli la via verso la strada ove era il fieno, e veggendo che l’ora era tarda, ché era su l’imbrunire de la notte, e che la lezza non si scaricava, pensò che si starebbe fin al matino a scaricarla. Onde disse ai suoi servidori: — Io credo che per questa notte la lezza dimorará su la strada; pertanto se vi dá l’animo, come siano le cinque o le sei ore, noi verremo qui e ne empiremo alquanti sacchi e li portaremo a casa. — Pro- misero i famigli di far il tutto. Venuta adunque l’ora determi- nata, quivi con i sacchi se n’andò, dicendo : — Iddio me lo per- doni, perché il bisogno mi stringe, e piú assai che non vale il fieno io ne rimborserò con bel modo il padron di quello. Le mie cavalcature per sei o sette giorni averanno da mantenersi, ed in questo mezzo qualche cosa ci aiuterá, tanto che elle non si tosto morranno. — Era la notte la piú oscura del mondo e persona per la contrada non si sentiva. Il perché, parendogli d’aver agio a far ciò che dissegnato aveva, cominciò con quattro servidori che seco erano, con quanta piú frettolosa segretezza poteva, a far empire i sacchi del male governato fieno. Or ecco, mentre che tutti erano al rubare intenti, sentirono per la strada uno