Pagina:Bandello - Novelle, ed. riveduta, vol 1, 1928 - BEIC 1971550.djvu/331

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IL BANDELLO al valoroso signor MUZIO COLONNA capitano Mi ritrovò lo staffiero del nostro signor Sarra Colonna che io ancora era in Mantova, ma come si dice, con gli speroni in piedi per andar a Gazuolo, e mi diede la lettera vostra, la quale, se mi fu gratissima, Dio per me ve lo dica, veggendo quanto amorevolmente a la mia avete risposto, ed oltra questo mandato ad essecuzione quanto io desiderava. Del che non vi posso piú restar in obligo di quello che sono. Ché se ai meriti vostri verso me si potesse accrescer maggior vincolo di quello che annodato mi tiene e terrá perpetuamente, l’effetto che ora fatto avete il potrebbe e deverebbe fare. Ma piú accre- scervi non si può, né piú stringerlo di quello che è. Lo staf- fiero andò di lungo a Ferrara, ed io me ne venni qui a Gazuolo, ove sono stato alcuni di e credo che non potrò partirmi cosi tosto. Ora, ragionandosi la settimana passata, a la presenza di madama Antonia Bauzia marchesa di Gonzaga, di molte cose, avvenne che, parlandosi degli strabocchevoli accidenti che bene spesso a certi poco saggi innamorati si veggiono accadere, il gentilissimo messer Girolamo Negro, il quale il giorno avanti era venuto per certi affari che ha col verbosissimo signor Lodovico Gonzaga, narrò una meravigliosa novella degna d’esser consacrata a la posteritá. Il perché subito la scrissi e deliberai meco che fosse vostra, sapendo quanto di simil lezione vi dilettate e quanto volentieri a Milano le mie novelle solevate leggere. Sará adunque questa per testimonio a chi dopo noi verrá de l’osservanza mia verso voi e tutta l’illustrissima casa Colonna, essendo tutto il di molti i favori e benefici che dagli