Pagina:Bandello - Novelle, ed. riveduta, vol 1, 1928 - BEIC 1971550.djvu/345

Da Wikisource.

non perdendo tempo. Ma metti ben mente a ciò che ti dico: sia questa l’ultima volta che tu ci torni, perciò che tornandoci tu potresti di leggero esser preso, e non ci sarebbe chi ti porgesse aita. Né ti fidar per cosa che sia a prender compagno alcuno a co,si perigliosa impresa, ché, ancora che tu non cadessi ne la trappola, il tuo compagno per scusar se stesso ed ottener dal re perdono, al re ti accuseria, o vero si confi- derebbe di chi si sia che forse non terrebbe il fatto segreto. Si che non ci ritornar mai piú, né ti fidar di persona.— Udendo l’altro fratello il vero e fedelissimo conseglio che lo sfortunato suo fratello amorevolmente gli dava e conoscendo non ci esser altra via a salvarsi, dirottamente si mise a piangere né sapeva risolversi a ciò che far devesse. Troppo em- pia e sceleratezza senza fine grande stimava a divenir del proprio ed unico suo fratello micidiale, ed in modo alcuno accordar non vi si poteva deliberando correr una medesima fortuna col preso fratello. Ma l’altro tanto gli predicò e si lo seppe persuadere che a la fine, avvicinandosi l’aurora e stringendogli i cintolini a dosso, egli tuttavia amarissimamente lagrimando al prigione con un coltello tagliata la testa e nei panni del morto involta, carco d’oro, sovra modo dolente, fuori usci e le pietre al luogo loro maestrevolmente rimise. Tornato a casa pien di lagrime, il successo pietoso caso a la madre contando, quella colmò di pianti e di sospiri. Seppellirono poi il teschio in casa e le sanguinolenti vesti lavarono. Il re, la matina dentro il luogo del tesoro entrato, veggendo l’ignudo corpo senza testa rimase stordito e non veggendo segno alcuno né vestigio del ladro che comprender si potesse nessuno essere in quel luogo entrato, non sapeva che imaginarsi. Risguardato poi diligen- tissimamente il corpo e per tutte le parti ben considerato e non potendo conoscer fattezza che si fosse, era per uscir di se .stesso, perciò che avendo ritrovati i suggelli delle serrature intieri e per le finestre, che di spesse e fortissime ferrate erano concie ed in parte alcuna non tócche, sapendo che entrar non si poteva, non sapeva altro imaginarsi se non che ci fosse al- cun mago che per via d’incantesimi avesse i suoi tesori involati.