Pagina:Bandello - Novelle, ed. riveduta, vol 1, 1928 - BEIC 1971550.djvu/8

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si son sapute schermire, non avendo io servato ordine veruno, secondo che a le mani venute mi sono, le ho messe insieme, e fattone tre parti, per dividerle in tre libri, a ciò che elle restino in volumi piú piccioli che sará possibile. Io, né invito né sforzo persona chi si sia a leggerle, ma ben prego tutti quelli a cui piacerá di leggerle, che con quell’animo degnino di leggerle con il quale sono state da me scritte: affermo bene che per giovar altrui e dilettare le ho scritte. Se io mo a questo ho sodisfatto, al benevolo e sincero giudicio vostro, benigni lettori miei, lo rimetto. Io non voglio dire come disse il gentile ed eloquentissimo Boccaccio, che queste mie novelle siano scritte in fiorentin volgare, perché direi manifesta bugia, non essendo io né fiorentino né toscano, ma lombardo. E se bene io non ho stile, ché il confesso, mi sono assicurato a scriver esse novelle, dandomi a credere che l’istoria e cotesta sorte di novelle possa dilettare in qualunque lingua ella sia scritta. State sani.