Pagina:Bandello - Novelle. 4, 1853.djvu/273

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nessuna? Io mi fo a credere, e credetelo anco voi, signore mio, che senza l’alta impresa di essere mio servitore, che scioccamente si aveva fitta in la testa, egli non si saria potuto tanto contenere che qui o altrove non avesse amato e che l’amore suo non si fosse saputo. E quando si vide mai più in così buona compagnia uomo che amasse, che tanto solitariamente, quanto fa egli, vivesse? Questo faceva egli perchè, parendogli altamente avere collocato il core, si andava pascendo di questa folle e vana speranza; e pensava darmi ad intendere che era fedele e leale amante e che altra che me non amava. Ma egli, se ha intelletto, si trova assai lungi da mercato. Ora, poi che voi, signor mio, avete tanta fede in lui e tenete per fermo che egli non vi debbia celare il segreto del suo core, astringetelo con istretto sagramento che vi dica, se è amoroso, quale è la donna che ama. Chè se egli ama alcuna donna, io mi contento che voi li crediate; e se non ama, pensate che io vi ho detta la verità. – Trovò il duca assai apparenti queste ragioni de la moglie; onde, trovandosi un giorno a la caccia e chiamato a sè Carlo, si dilungò dagli altri alquanto in luoco che non erano da nessuno veduti. Il duca a Carlo disse: – Carlo, mia moglie persevera pure ne la sua openione, e mi ha addutte certe apparenti assai buone ragioni, che non poco mi muoveno a credere ciò che detto questi dì mi ha. Per questo io ora ti prego come mio amico, e come mio suddito e vassallo che mi sei, strettissimamente ti commando, che tu mi debbia dire se tu ami, o qui o in altro luogo, alcuna donna, e chi è la donna che tu ami. – Carlo, ancora che deliberato fosse non manifestar già mai quella che amava, nondimeno, astretto dal suo signore, e per liberarlo da la falsa gielosia e levarsi da le spalle la seccaggine de la malvagia duchessa, li rispose: – Signore mio, voi mi fate far cosa che sarà la morte mia. – E gli giurò come egli veramente amava donna tale, cui pareglia di leggiadria, di buona creanza e di castigatissimi costumi, fosse quale si volesse, non se le troverebbe. – Di bellezza poi e di buona grazia, io fermamente credo che in tutta Francia nessuna ce ne sia che agguagliare se le possa. Di più vi dico che la duchessa non è bella a par di lei a gran pezzo. Bene umilissimamente vi supplico e di singolar grazia vi dimando che non mi voliate sforzare a nominarla già mai, perciò che l’accordio tra noi, con santissimi sagramenti giurato dinanzi a le imagini de la gloriosa imagine rappresentante il nostro signore Giesù Cristo e la reina del cielo Vergine Maria sua madre, fu che mai non fosse lecito manifestare a nessuno questo nostro inseparabile nodo, se non