Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/38

Da Wikisource.

come si suol dire, a monte; e ricorrendo ad uno di quei pretesti di cui i principi s’hanno le miniere sempre che vogliono, proibirono il trasporto dalla loro provincia d’ Istria di que’ grossi macigni che servivano a cordoneggiare il molo, dando per sicuro che, angustiati gli anconitani a quella guisa, cioè privi di que’ macigni, tutta l’opera se ne sarebb’ita in fumo. Invece però di far del male, la pantalonesca politica fece un bene grandissimo: perché l’architetto Marchionne, dolente che il lavoro s’avesse ad intralasciare, non soltanto con detrimento del pubblico ma etíam con suo privato discapito, si pose a frugare e a rifrugare ne’ monti prossimi ad Ancona, e non passò molto che s’abbattette in una cava tanto copiosa di perfetto macigno, da non si render esausta sino al fin del mondo; e cosi l’opera, che per un poco era stata ritardata, mediante la scoperta di quella cava si venne ad accelerare di modo che basterá ora si continui solamente un paio d’anni di piú perché qualsivoglia successivo papa s’abbia a vergognare d’abbandonarla, in caso gliene venisse il pensiero. Intanto gli anconitani, che, prima s’incominciasse il molo, vedevano nel loro porto a mala pena dieci navi mercantili approdare in tutto l’anno, perché nessuna vi poteva stare per molti giorni con sicurezza, giá ne veggono venire di presente piú di cencinquanta d’ogni nazione, e giá il papa può scorgere che col tempo le dogane di questa cittá rifaranno la Camera apostolica della spesa fatta nell’ ergere quel molo e quel lazzaretto, che, come vi potete immaginare, hanno apportato un sojnmo vantaggio non solo ad Ancona ed al suo territorio, ma eziandio a varie cittá e luoghi situati lungo questa fruttifera e dilettosa costa, che, per vero dire, non può essere né piú fruttifera, né piú dilettosa. Ed eccovi, signor avvocato, narratavi per filo e per segno la storia del molo d’Ancona insieme con quella del suo lazzaretto, che mi lusingo non vi riuscirá discaro leggerla, sapendo come sempre bramate di sapere quello che si va facendo su e giú per la nostra penisola a beneficio de’ suoi abitatori. Facciamola però finita per adesso e conchiudiamo la nostra lunga lettera col solito «state bene».