Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/47

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forastiero; forse perché qui non s’usano certi tratterelli d’urbanitá che s’usano ne’ nostri piccoli luoghi, o forse perché l’abituale taciturnitá dell’ospite mio suole tener lontana ogni persona da casa sua. Checché ne sia, la settimana che segui mi rifece ampiamente i danni della prima, perché avemmo delle corse di cavalli e teatro e balli pubblici e pubbliche cene e ragunate e passeggiate e tumulto sine fine. Ma diciamo le cose ordinatamente. Non essendo peranco uscito di Londra dacché vi giunsi, non m’avevo avuta opportunitá di vedere una di quelle tante corse di cavalli, che si fanno la state in moltissimi luoghi di questo regno. Ora ho veduta quella di Visbeccia; e, comeché mi si dica essere una delle meno considerevoli, pure ne sono rimaso soddisfattissimo, e tanto che mi voglio provare a descrivervela. Figuratevi dunque, signor Angiolo, un terreno piano e sterile, distante due tiri di moschetto dalla cittá, e d’un miglio o poco piú di circuito. Dove i cavalli che debbon correre si stanno alle mosse, vale a dire di qua e di lá dal luogo dove la corsa debbe cominciare, sono eretti due catafalchi di legname alti un dodici o quattordici piedi, ciascuno atto a contenere un secento e piú persone. Sur uno d’essi catafalchi stanno le dame, come stanno sull’altro i signori, che concorrono a vedere lo spettacolo. Per aver luogo in questo o in quello si paga una monetina che non significa; e su quello delle dame nessun uomo ascende se non glien’è fatto cenno da qualcuna d’esse. Immediate dopo il pranzo, vale a dire sulle due dopo nona, ciascuno s’affretta verso quel luogo, altri in carrozza, altri a cavallo ed altri a piede. A un punto determinato, ecco che i cavalli co’ postiglioni addosso partono a un tempo, e in poco piú che nello spazio di sei minuti corrono, anzi volano, intorno a quel circuito tre volte: vale a dire fanno tre miglia in meno di sei minuti di tempo, senza darsi un attimo di respiro, e con una furia che non si può concepire da chi non ha visto mai de’ cavalli gareggiare a quel modo, com’era il caso mio. Terminato il primo correre, que’ generosi animali s’hanno un ’ora’ buona di riposo, e molti uomini s’affaccendano in quell’ora