Pagina:Baretti - Prefazioni e polemiche.djvu/70

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consiste nelle parole rimate, cioè in versi rimati ; e poiché detto abbiamo che il teatro non vuol prosa ma poesia, ne viene in conseguenza che la rima ne’ componimenti teatrali non toglie la natura, perch’ella è naturale alla poesia e non mica contraria, come inavvedutamente i gravinisti affermano.

Non so se io mi abbia espressa bene questa distinzione che io faccio di queste due differenti nature; ma basta, supplite voi col vostro ingegno, ed intendetemi, a un bisogno, per discrezione.

Facilissima cosa è il mostrarvi che la rima è naturale alla nostra poesia. Basta esaminare i nostri poeti i piú antichi, í quali, nel nascere della lingua nostra, lasciandosi portare dalla natura, scrissero tutti le poesie loro con la rima. Dante da Maiano, Guitton di Arezzo, Gino da Pistoia, l’altro divino Dante, tutti tutti insomma i nostri antichi poeti, lasciandosi, come io dissi, portare dalla natura della lor lingua che facea loro forza, senza ch’eglino né anco se ne avvedessero, scrissero colle rime i lor versi, malgrado l’esempio de* greci e de’ latini, da molti di essi intesi benissimo ed imitati. Dunque lo scrivere in poesia con la rima è secondo la natura e non contro la natura. Dietro gli antichi nostri poeti sono andati tutti i loro successori : dico quelli che hanno acquistato fama maggiore, e lirici e satirici e epici e gravi e burleschi, senza badare, come i loro antecessori fatto avevano, ai greci ed ai latini. Un’altra prova fortissima ne viene somministrata dagl’ improvvisatori di Toscana, che la natura della nostra poesia vuole la rima. Nessuno di quelli si è mai sognato, ch’io sappia, di cantare all’improvviso de’ versi senza rima; e non potendosi in alcun modo negare che la natura non sia quella che fa gl’improvvisatori, ne viene in conseguenza che i versi senza rima sono contrari alla natura della nostra poesia, e non giá i versi con la rima, i quali anzi sono quelli che essa natura richiede; e ridicolo si renderebbe uno improvvisatore cantando de’ versi sciolti, perché ridicolo è tutto quello che è contro la natura, come lo sono i versi senza rima. Eccovi dunque provato, pare a me, sufficientemente che le cose teatrali italiane sogliono essere rimate, quando voi concedete che il teatro richiegga poesia e non prosa.