Pagina:Baretti - Prefazioni e polemiche.djvu/81

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e per palesare a tutti la persuasione dell’animo suo, fondata sopra quanto v’è di piú sicuro sopra si fatte materie, vuole dar fuori fra un anno [cioè nel 1747] un libro il quale avrá per titolo: La vera spiegazione del dittico quiriniano». Ma passa l’anno 1747, passa l’anno 1748, passa l’anno 1749, e giá tocchiamo del 1750, e ancora quel libro non si vede comparire, e quella Vera spiegazioíie , quantunque da lui trovata sino in settembre 1744, cioè piú di sei anni sono, ancora non fa cenno di sbucar fuori.

E che domine sta egli dunque facendo che non la manda alla chiarissima luce delle stampe, dopo sei anni che 1* ha trovata, quella sua «vera, certa, compita e facile spiegazione, indubitabile in ogni sua parte, e tanto veramente facile che anzi stupore in lui si destò per averla si tardi pensata di quello che diletto per averla alfin rinvenuta»?

Dopo tali positive parole, che a molti parvero un poco arroganti e che a prima vista sembra non vogliano dir altro se non che sciocchi sono stati tutti coloro da lui nominati nel manifesto, che la dovevano prima trovar essi a occhi chiusi ; dopo tali parole, dico, tutto il mondo poteva aspettarsi con ragione questa sua scoperta, questa nuova America di piú ; eppure ella non è ancor venuta, non viene ancora. Oh non dubitate, signori miei, che verrá; e voglia solamente Dio che non sia poi la montagna che partorisce il sorcio e che muove a riso tutto il mondo. Intanto in settembre del presente anno 1749 il signor Bartoli comincia il prologo della commedia: comincia a pubblicare «cinque lettere», le quali devono essere, per dir cosi, le precursoresse del libro che sará intitolato La vera spiegazioTte. Sono quelle lettere che ora prendo a stacciare un pochino. Sono stampate in quarto, lasciatemelo replicare, di trecento facciate, in due o piú luoghi delle quali il signor Bartoli promette di giustificarsi appieno appienissimo o, per dirlo alla sua foggia, «accingersi a tutte le parti della propria giustificazione», e scusarsi dell’avere tanti mesi e tanti anni tardato a mandar fuori quella V’era spiegazione tanto «facile» e «indubitabile»: parole che mi fecero alla prima sperare che minor tempo di sei anni dovesse bastare per tutta