Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/263

Da Wikisource.

— 255 —

dorazione, e giovani e vecchi, che io non ho osato competere coi primi, nè accrescere il numero dei secondi. Ma eccomi qua, desideroso di ottener la sua grazia.

— Ve lo lascio, contessa; — disse il Manfredi. — Sentirete da lui tante cose galanti, che non potrete tenergli il broncio, e dovrete ripetergli che è il più giovane dei giovani. —

La contessa sorrise, prendendo il braccio di Cesare Gonzaga. Ma appena il senatore si fu allontanato, si volse al suo cavaliere per dirgli:

— Ebbene? Come vanno gli affari del suo protetto?

— Per ora, ch’io sappia, — rispose il Gonzaga, — vanno come quelli del conte Guidi. È lei, contessa, che lo ha condotto qua?

— Sicuramente. E le dispiace?

— Un pochino; tanto più che non dovevo aspettarmi questo da lei.

— È buona guerra, Gonzaga. Ella è soldato, e non doveva aspettarsi altro.

— Perchè? La guerra suppone la tregua, ed anche i trattati di pace. Dopo ciò che è