Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/277

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andarsene insalutato hospite, contro l’usanza della casa, che non ammetteva questi esotici modi. Turbato dal pensiero di quella ragazzata, che poteva guastare per sempre il giovinotto coi Manfredi, lo zio Cesare stette ancora un pezzo a discorrere con gli ultimi rimasti, che si erano raccolti intorno alla signorina Gabriella. Finalmente, approfittando dell’arrivo del conte Pompeo, che veniva molto in ritardo a cercare sua moglie, Cesare Gonzaga si accomiatò, promettendo a Gabriella una visita per il giorno seguente.

— Che uomo, quel Gonzaga! — disse il conte di Castelbianco. — Par sempre un giovinotto.

— Ed ha anche giovane il cuore; — aggiunse il Manfredi.

— Ah, quello poi ha vent’anni. Figuratevi ch’egli ha domattina un duello.

— Un duello! — esclamò Gabriella. — Con chi?

— Col conte Guidi.

— E quando lo avete saputo? — domandò il Manfredi.