Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/43

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— Finalmente! — mormorò. — Il passo sarà libero, ora. Se permetti, zio, vado a dare libertà a qualcheduno. Con questi amici, che ronzano sempre ne’ miei paraggi, bisogna sempre stare in vedetta.

— Fammi almeno sapere dove debbo ritirarmi, per lasciar passare i tuoi misteri, — disse ridendo lo zio.

— Oh, non importa, c’è un’altra scala. Il guaio è che mette in una via troppo vicina all’ingresso principale. Uno che esca di qua e svolti nella strada di fianco... capirai!

— Capisco, può indovinare i tuoi segreti di Stato, o di Banca. Anzi, diciamo addirittura di Banca, per restare nel genere femminile. —

Arrigo fece un gesto di ragazzo contrito, e andò nella camera attigua.

Due minuti dopo era di ritorno.

— Del resto, — disse il Gonzaga, tanto per riattaccare il discorso, — un bravo giovanotto, quel Ceprani?

— Ah, sì, lascia che ti sgridi, caro zio! — rispose Arrigo, mettendosi sul grave. — Che