Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/9

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ARRIGO IL SAVIO





I.


L’ultimo giorno di gennaio dell’anno 1882, un signore, alto della persona, dal volto abbronzato e dai baffi grigi, scendeva di carrozza, sulle prime ore del mattino, come a dire fra le otto e le nove, davanti ad un portone della via Nazionale, in Roma. Aveva l’aria assai nobile, era vestito con severa eleganza e andava diritto, con soldatesca balìa, come un colonnello in abito cittadino, che sotto le spoglie inusitate lascia indovinare i suoi trent’anni di spallini. Entrato nell’androne, e osservata non senza stupore la magnificenza delle scale, ascese al secondo piano, dove era scritto, su d’una piastra di porcellana, “Cav. Arrigo Valenti.