Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/146

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— Sarebbe stato un timore indegno di voi; — replicò la contessa. — Confessate piuttosto, tanto mi ripugna di ammettere che potesse spiacervi la padrona di casa, confessate piuttosto che i suoi eterni visitatori vi seccano.

— Ah, quelli poi.... se mi date licenza, mi sfogo. Quelli, poi, mi fanno perder le staffe. Non ho mai visto più molesti.... come chiamarli? Lasciamo il sostantivo; certo l’Alighieri non li avrebbe chiamati mai graziosi nè benigni.

— Bene, bene! Così mi piacete; sincero. Ancor io, son tutta impastata di sincerità. E vi seccano dunque, come seccano me? Un momento mi è parso di avervi capito, quell’unica volta che siete venuto a vedermi. Siete rimasto un’ora, e nessuno di quei signori, che c’erano già da due ore, si è mosso, tanto che voi ve ne siete andato prima di loro. Già, fanno sempre così; sospettosi con tutti, ed anche peggio tra loro. Se resto la sera a casa, suonano le dieci, suonano le undici, e nessuno si vuol muovere per il primo; cosicchè io sono costretta a conge-