Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/195

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— Non credo. Ma che ti salta di parlare inglese?

— Non ne far caso; non so che questo vocabolo. Ma capisco che bisognerà impararne degli altri.

— Che idee! Se ti ho detto che non c’è niente di vero, nelle tue supposizioni!

— E sia; — rispose Filippo. — Può esser bene come tu dici. Non vedo infatti la via polverosa.

— Oh, per questo, non ci ho merito; è piovuto stanotte.

— Ed è una gentilezza che mi usa questa poetica valle; — replicò Filippo, ridendo. — Io non amo il polverio, ed è questa una delle cagioni che mi fanno odiar la campagna. Le altre sono le mosche, i mosconi, le zanzare ed altri animali noiosi che ci s’incontrano. Non è anche la tua opinione?

— Per gli altri animali, sicuramente. Ma ora che c’è l’arsenale, li metteremo a dovere.

— Quando penso, — disse Filippo, mutando registro e mettendo un sospiro tanto fatto, — quando penso a tutte le scioccherie che l’uomo