Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/262

Da Wikisource.

— 254 —

ledetto punto d’onore; ed ora anche il prologo, che bisogna imbeccarvi con tanta fatica, avendo le orecchie intronate dalle vostre cantilene corali, dalle vostre inflessioni nasali. Maledettissimo prologo, che la signorina Galatea non ha voluto recitare! —

Mi avrebbe lasciato giungere fin qua, la signora contessa? Credo di no. Se mi avesse lasciato parlare così, le avrei detto ancora:

— Perchè (vedete, signora?) voi siete stata la pietra di paragone.

Proprio di questi giorni, legato in apparenza al vostro carro, ho capito me stesso. E l’altro dì, quando Filippo, ritornato dal Roccolo, mi ha raccontato che gli avevate fatte tante moine, di quelle che sapete far voi, neanche una fibra si è scossa in tutto il mio essere, non un capello si è mosso. L’amico mi ha soggiunto che voi gli diceste assai bene di me, ma con certe restrizioni intorno al mio carattere; e l’unica pena che io ne ho sentita è stata quella che di restrizioni non ne aveste fatte di più. Sappiatelo bene; avevo bisogno di voi per intendere come sia maravigliosa la semplice bel-