Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/291

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di alzarmi. Filippo è venuto in camera mia, ed approva la mia risoluzione di stare in riposo.

— È la grande stanchezza di ieri; — dice egli. — Avrai anche la testa pesante; vedo che hai gli occhi un po’ rossi. Ti consiglierei di metterti in corpo un’oncia e mezzo di magnesia effervescente. È la mia cura, quando non mi sento bene. Vedrai che ti passa ogni cosa. —

Non mi passerà niente, colla tua magnesia. Ritira piuttosto, rimangiati quel che mi hai detto iersera, assassino; e vedrai che salti faccio sul letto! Ma è stata un’infamia! Innamorarsi della signorina Wilson! di Kathleen! di Galatea! Per tutti i settemila!... Di tutte le disgrazie che mi potevano capitare, questa è la più grossa; è andato proprio a cercarla nel mazzo.

E quanta cavalleria, per domandarmi, per voler sapere ad ogni costo, se fossi invaghito della contessa! Era perfino diventato noioso, col suo non volersi persuadere. Ora capisco il suo giuoco; mi ci voleva inchiodare, al