Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/307

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sia stato mai niente da meritarmelo. Mi risponda schietto, com’io Le parlerò, signorina; con durezza, quanto Le piacerà, dovessi pure morirne, ma con altrettanta sincerità. Che cosa pensa Lei.... di Filippo Ferri? —

La signorina Wilson molto probabilmente s’aspettava tutt’altra domanda. Appariva seccata dalla mia insistenza, ma quasi rassegnata a starmi a sentire. Com’ebbi proferito quel nome, e la domanda a cui s’accompagnava quel nome, andò in collera senz’altro. Senza dubbio le ero parso brutale.

— Signor Morelli! — gridò ella con voce alterata.

Capii allora, di aver domandato troppo: ma era tardi per mutar domanda, ad anche per attenuarla.

— Scusi, — ripigliai, inginocchiandomi quasi, — io perdo la testa, non lo vede? Ho bisogno ch’Ella non trovi un’offesa in ciò ch’io Le ho detto, in ciò che sono ancora per dirle. Vorrei cader qui. Le giuro sull’onor mio, cader qui fulminato, in questo momento; e sarebbe fortuna per me, tanto soffro. Risponda