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- Avete ragione; le gambe mi fanno fico. Per fortuna la testa è salda.
- Venite qua a braccetto; Oreste e Pilade non usavano fare diverso in simili casi.
- Credete? Allora son qua. E a proposito abbiamo pagato il conto?
- Non ve ne date pensiero; qui faccio a credenza.
E così, tolto Michele a braccetto, il Bello lo condusse all’aria aperta; nè ebbe a sudar poco per metterlo all’uscio di casa.
- Bravo Garasso! ottimo amico! - andava balbettando Michele. - Non so che diamine io ci abbia nelle gambe, che non vogliono star ritte. Ma tant’è, vi voglio bene. Siamo Oreste e.... aiutatemi a direi Questo benedetto nome non vuole mai venirmi in mente. Oreste e.... Oreste e....
- E pilastro! - soggiunse ridendo il Bello. - Eccovi infatti a casa vostra.
- Sì, è proprio casa mia! Cioè.... di mastro Ceretti. Se fosse mia, l’avrei già venduta.... per pagar la pigione.... Ma, a proposito, e quella faccenda?... Mi avete promesso.... Sapete pure!...
- Non dubitate. Domattina andrò dall’amico. Alle due vi aspetto sotto i portici del teatro Carlo Felice, per darvi la risposta. Andate dunque, da bravo!
- Sotto i portici?... Sta bene; - proseguì Michele con quella cascaggine di discorso e di gesti che è propria degli ubbriachi. - Vi aspetterò sotto i portici, accanto al primo pilastro. Pilastro! A proposito. Oreste e Pilastro, non è egli vero? Pilastro, sicuro; amici come Oreste e Pilastro. Bravo Garasso! Vi voglio un gran bene. -
Al Bello ci volle di molto per liberarsi dalle strette di Michele; e certo, se non era il ricordo di tutte le cose che gli aveva cavate di bocca e la speranza di cavargliene ancora, quello squassaforche avrebbe perduto la pazienza e avrebbe mandato il suo Pilade a quel paese.
- Andate, suvvia, andate, e soprattutto badate a non dar del naso per le scale. Tenetevi al muro!
- Oh, non dubitate. Non sono mica ubbriaco, io. Ho le gambe un pochino impacciate.... ma la testa è salda, la testa! Bravo Garasso! Amicone! Buona notte, e il cielo vi guardi dalle cattive disgrazie.
- Sì, state sano; buona notte! -
E così dicendo, il Garasso, per non aver più tempo a perdere con Michele, se ne andò via difilato verso Soziglia.