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Se Michele odorava la trappola, il Bello potea dire per fermo d’aver rotte l’ova in sull’uscio. Ma Michele non poteva aver sospetto di nulla, e l’amico non era uomo da affogare in un bicchier d’acqua.
Egli però, correggendo il suo primo atto d’uomo colto sul fatto, si fece ad esclamare:
- To’! cercavo appunto di voi.
- O come? - rispose Michele, fresco ancora della sua aspettazione e de’ suoi paternostri.
- Sì; che volete? - soggiunse il Bello. - Ero un po’ in cimberli, iersera, e questa mane non son venuto a capo di ricordarmi dove diamine vi avessi dato appuntamento.
- Anche voi? - disse Michele. - Dovevate esser proprio più fradicio di me, poichè io non ho dimenticato nè le due dopo il mezzodì, nè il primo pilastro dei portici del Teatro.
- Ah, per Diana! L’avrei giurato io, che s’aveva a vederci sotto i portici; ma quel maledetto Monferrato m’aveva messo il cervello a soqquadro.
- Ed ora, - ripigliò Michele, - venivate a cercarmi?
- Sì, ma giunto all’ultimo piano, e mentre stavo lì per dare una strappata al campanello, ho pensato che non era prudente farmi scorgere dai vostri padroni. Il signor Lorenzo poteva vedermi, e voler forse sapere che negozi io ci abbia con voi.
- E non avete suonato?
- No. Garasso, dissi tra me, non facciamo sciocchezze! Scendiamo in istrada, ed aspettiamo Michele. È un uomo casalingo; se è fuori per cercare di noi, non istarà molto a ritornare. -
Michele non poteva trovar nulla a ridire nel discorso del suo Oreste. Egli trovava il Bello nella sua scala, e questo era segno che l’amico non lo aveva punto dimenticato. Il vino gli aveva fatto uscir di mente il luogo del ritrovo: ma che perciò? Quel liquido malaugurato aveva pure impedito a lui di trovare la corda del campanello!
- Avete ragione; - diss’egli adunque. - Ritorno infatti dal luogo che mi diceste ier sera. Perdonatemi ora, se ho pensato un po’ male di voi.
- Oh, Michele! - esclamò l’altro, con aria dolente. - potevate voi credere che dimenticassi l’amico?
- L’ho creduto, ho fatto male, e vi prego di perdonarmi. Ma veniamo al buono; i cum quibus?...
- Ho fatto l’impossibile per averli e portarveli; ma la