Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/271

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ad ogni tratto ferir l’orecchio da que’ nomi che avevano risuonato in Soria, alla Meloria, a Curzola, chi non avrebbe creduto ad un miracolo, il quale, sconvolgendo gli ordini del tempo, l’avesse ricondotto parecchi secoli indietro?

Gli uomini, veramente, apparivano vestiti secondo le brutte fogge dei nostri tempi. Non si potevano notare nè le calze divisate, nè il farsetto, nè la cappa, nè il lucco, nè la berretta di velluto; ma chi avrebbe badato più che tanto al vestimento degli uomini, pur sempre ingentilito dalle fogge campestri, dov’era una dama come Ginevra? Costei era bella come una di quelle superbe castellane che talvolta, a vederle dipinte, ci fanno desiderare di esser vissuti a’ tempi loro, anco a patto d’esser morti e sepolti da secoli e secoli. Si consideri inoltre che il vestir delle donne non è stato mutato così da non consentir l’illusione, e che la marchesa Ginevra non la guastava davvero con le rigonfiature soverchie, essa che, alta della persona e fatta a pennello, poteva romper guerra al crinolino e meritarne lode dagli intendenti.

Riviveva adunque il medio evo, intorno alla bella Ginevra. Il marchese Antoniotto, poi, da vero marito della castellana, faceva in ogni cosa il suo talento, esercitando, stiamo per dire, alta e bassa giustizia nelle sue terre. E basti questo fatto ad esempio. Egli aveva fatto chiudere in una camera sotterranea del suo palazzo un servo, figlio di uno dei suoi fittaiuoli, perchè esso gli aveva data una mala risposta, e in quella camera umida e buia lo aveva fatto rimanere quattro dì, senz’altro cibo che pane e acqua.

Come? griderà il lettore stupefatto. Questo egli ardiva di fare, a mezzo il secolo decimonono, sotto un reggimento di libertà? Sicuro, lo aveva osato, e non se n’era neanche pentito, poichè gli pareva la cosa più naturale del mondo. Nè il povero servo si era lagnato di quell’arbitrio padronale; e si fosse anco lagnato, chi gli avrebbe dato ascolto? Le leggi sono state molto acconciamente paragonate alle ragnatele, nelle quali le mosche incappano, ma che i mosconi strappano colle ali, passando pel rotto. E poi non vi sono esempi d’altri gran signori, che hanno fatto anche peggio?

Il povero Menico (che così si chiamava il servitore malcapitato) non aveva a lagnarsi molto della prigione, se altrove ad altri era toccato un carico di busse che li avea fatti andare allo spedale, o un colpo di pistola che li aveva freddati. Il marchese Antoniotto non era manesco; pregiava abbastanza