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che debba avere molto ingegno ed altrettanta alterezza di mente.
- Lo credo; è di buona schiatta. Ed Ella, signor marchese, gli avrà fatto buon viso....
- L’ho accolto come il più ragguardevole de’ miei convitati.
- Benissimo! Questo giovanotto ci riuscirà di molto giovamento. Senza mettere in conto che i milioni del Vitali....
- Altro briccone! - esclamò il Torre-Vivaldi.
- Sì, Ella ha ragioni da vendere; altro briccone. Senza mettere in conto che i milioni di costui appartengono alla Compagnia di Gesù e, spinte o sponte, bisognerà che li snoccioli, il giovane Aloise sarà un buon acquisto per noi. Egli è animoso, colto e nobilmente ambizioso per giunta.
- Lo crede Ella?
- Lo so, e penso d’aver trovato il modo di stimolarlo.
- Quale?
- È un mio segreto, perdoni! - rispose, ridendo del suo noto risolino a fior di labbra, il gesuita. - E poi, il giovanotto è probo e magnanimo. Basterà narrargli il furto di suo nonno, perchè egli s’impegni a restituire il mal tolto.
- E le prove?
- Le prove? Le troverò; - rispose il padre Bonaventura con quello istesso piglio con cui avrebbe detto: le fabbricherò.
Ma il marchese Antoniotto non si avvide di quella sottigliezza. Quel negozio non lo risguardava punto, ed egli non poteva già indovinare che pensieri girassero in capo al gesuita.
- Sta bene; - diss’egli. - Io pure fo grande assegnamento sul Montalto. La nostra gioventù è un po’ fiacca e generalmente inetta. Si direbbe che questi vagheggini non siano neppure i nostri figli. Non hanno nerbo di volontà, sibbene arroganza inutile; non ambizione stimolatrice, ma vanità contenta di sè medesima. Soltanto quell’Aloise mi pare abbia ad essere uno del vecchio stampo, e tutto sta a tirarlo dei nostri, perchè diventi un ottimo arnese di guerra. Crede Ella, padre Bonaventura, che pieghi già da qualche altro lato?
- No, no, è impossibile! - rispose il gesuita. - Egli è libero d’ogni vincolo, e la sua alterezza lo ha tenuto discosto fino ad ora da ogni commercio di pensieri e di propositi con altri. Non so se le ho detto che egli si tiene grandemente del suo nome e della sua nobiltà. È questo