Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/287

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L’incentivo era grande; perchè infatti lo scandalo risponde assai bene ai gusti dell’uomo, e tale che si addormenta se vi fate a svolgere un teorema filosofico, sta poi ad udirvi con tanto d’orecchi se gli narrate del più veniale tra tutti i peccati di una graziosa donnina. Ora i soci del Parafulmine mettevano in quel loro negozio tutte le forze dell’ingegno, facendo a chi recasse maggior copia di note. Non c’era storia che rimanesse dimezzata o manchevole, poichè non usavano porsi attorno ad una donna, senza piluccarne ogni minuzia, e in breve ora gli appunti dell’uno confortavano e supplivano nelle lacune gli appunti dell’altro.

Intanto, cosa che parrà strana, non ci fu alcuno di loro che violasse il segreto della combriccola. I messeri del Parafulmine erano vincolati della comunanza della vergogna, in quella istessa guisa che i galeotti sono appaiati dalla catena. Ma per essi, in famiglia, non c’era vergogna; e ci fosse anco stata, l’utile che ne derivava ad ognuno l’avrebbe fatta tacere. Perchè infatti, come già i lettori avranno argomentato, le note biografiche della società non si tenevano più nei ristretti confini delle avventure galanti. Le indagini erotiche avevano posto i nostri cacciatori sulle tracce di miglior selvaggina, e v’ebbero uffizi parecchi ed onori che ripetevano la loro origine da quelle note acconciamente sfruttate.

Nel 1844, cioè dieci anni dopo l’instituzione della confraternita, i socii s’erano ridotti a cinque. Qualcheduno, ammogliato, aveva preso un nuovo indirizzo; qualchedun altro era andato in America; due erano morti. Ma intanto il libro era cresciuto a dismisura per notizie d’ogni fatta, nelle quali tutta la società più o meno elegante era passata in rassegna; sicchè poteva dirsi una vera enciclopedia dei sette peccati capitali, ad uso dei compilatori superstiti.

Ma ohimè, ogni bel giuoco dura poco; e anche la società del Parafulmine doveva morire. Egli avvenne che il segretario della confraternita ammalò gravemente, e bisognò mandare pel medico, il quale a sua volta mandò pel confessore. Il più saldo sostegno del Parafulmine non istette saldo egualmente contro la morte, e il pensiero della vita eterna lo assalse, lo soverchiò, con tutte le sue immagini paurose. La confessione fu ampia, e grande il pentimento; ma l’assoluzione costò salata, perchè il confessore, saputo del libro, orribile fattura di dodici scapestrati, volle fosse dato alle fiamme innanzi che l’infermo ricevesse il conforto della manna celeste.