Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/317

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- Basta, basta, ho capito. Ma anche col vostro conto, io non piglierei più di cinquecento lire. Ora nella mia aritmetica c’è scritto che io debba intascare mille lire, innanzi di mettere le altre mille in divisione. Voi vedete che Arlecchino a petto mio, può mettersi la sua aritmetica in tasca. Volete che vi parli da avvocato? Qui c’è un contratto bilaterale; voi vi servite di me, io mi servo di voi. Ragioniamo dunque di duemila lire; la base più larga fa l’edifizio più saldo.

- Non si può; - disse il Bello, che difendeva la sua preda coll’unghie e coi denti; - ho sempre parlato di mille lire, e su mille siamo rimasti. Che cosa direbbe l’amico de’ fatti miei, se gli barattassi le carte in tavola?

- Oh, se non c’è che questo di rotto, mio buon Garasso, ve l’accomodo io! - rispose il Guercio. - Ci ho tutto quello che fa al caso vostro.

- Che cosa? - domandò il Bello, tremando. Gli spedienti del Guercio lo facevano sudar freddo.

- Fatemi parlare col principale, e lo capacito io. Eccellenza, gli dico, il Bello non ci ha colpa; sono io, io, il furfante, che dimando le duemila lire. Non mi ero legato nè per mille, nè per cento; mi dia quello che mi occorre, e la servo da buon compare. Sono un galantuomo: il Bello potrà farne testimonianza, e dirle che quando il Guercio ha promesso di fare una cosa, venisse anco il Padre eterno a scongiurarlo, a caricarlo d’oro, sta fermo come un muro maestro. Fede per fede, e qua le duemila lire! Che ve ne pare, collega? non sarebbe un parlar bene?

- Voi capirete che non si può, - disse il Bello, nicchiando; - il principale ha le sue buone ragioni per non darsi a riconoscere.

- Ed altri, - disse il Guercio di rimando, - ci ha le sue per non darmi che la metà.

- Guercio!

- Ohe!

- Voi non ricordate più che io ci ho tanto da farvi andare in galera.

- Accompagnandomi, s’intende! - soggiunse prontamente il briccone. - Ah! il micio mette fuori le unghie? Bravo! questa è l’amicizia? alla larga! Ma voi dovreste sapere, Garasso, che io vi conosco, e a me non l’appioppate di certo. E conoscendovi, ho fatto tra me questo discorso: egli mi offre, per conto d’altri, una lasagna bianca, mille lire. Quant’altre ne sgraffia? Altrettante. Vedete che sono