Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/346

Da Wikisource.

«Paris, mio ottimo amico, io sono inferma davvero, quantunque non sia da principio venuta a seppellirmi in quest’angolo di terra se non per isviare la curiosità sospettosa della gente; inferma di membra come di spirito. V’hanno giorni che non sento la forza di uscire dalla mia camera; sto in casa quasi sempre; non vedo, nè amo vedere persona. Il mondo m’è in uggia; la natura non ha colori, il cielo non ha luce per me.

«Ditemi, Paris, ma siate sincero, ve ne supplico; è bella Maria? A chi somiglia, il mio povero angioletto? Oh Dio! e pensare che io non potrò abbracciarla; che ella non porterà il mio nome; che non la vedrò cresciuta negli anni, fiorente di bellezza, passeggiare al mio fianco, quasi un’altra me stessa!... Almeno ella sia più felice di sua madre! Non conosca le angosce, gli spasimi, e soprattutto i rimorsi di un amore come il mio! Se il cielo è giusto, ho fede che darà a lei quello che ha negato alla povera Lilla.»


Un’altra lettera, scritta sullo scorcio del 1841, diceva:


«.... Gran conforto è la preghiera agli afflitti. Io non l’ho mai sentito così profondamente come ora. Io prego, ottimo amico, io prego per essa e per voi. In tal guisa mi sembra di poter pensare ad ambedue senza peccato, ed anche (se il cielo vorrà consentirmelo) di espiare il passato. Ditemi Paris, non vivete voi nell’errore? Non siete voi sempre in aperta ribellione contro le leggi umane e divine? Ravvedetevi; non date ascolto alla superbia della ragione, che è così trista consigliera; fidatevi al cuor vostro, che io conosco buonissimo. Se sapeste come è bello il credere; e come l’animo si sente, se non per avventura più felice (chè la felicità non è di questo mondo), certo più riposato e sereno! Porgete orecchio a chi ha molto patito; il mondo è vanità; noi siamo poveri pellegrini sulla terra; dalle nostre passioni, fumo della materia, non abbiamo altro che rammarico e danno, laddove la nostra patria è in cielo, ed ogni qualvolta i nostri occhi si affisano lassù, interrogando con potenza di affetto gli spazii azzurri, i nostri pensieri medesimi si purificano, e lo spirito turbato prova una calma che non si era mai conosciuta, che non si era mai derivata dalle cure della vita quotidiana.

«Desidero che Maria diventi una buona cristiana. Voi. forse, ottimo amico, non potrete darvene pensiero; ma vi sarà facile trovare una buona maestra, donna di poca dottrina, ma di molta pietà, che val meglio assai; una di quelle povere