Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/365

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Esse sono, come per voi, sacrosante per me; ho vissuta la vostra medesima vita; sono cosa vostra, io, e i vostri son miei. Così ha voluto il cielo; così voglio pur io. Il passato non si distrugge, Lorenzo; esso è la catena che ci lega al futuro. Una nuova famiglia! Una madre che mi amerà!... Ma io l’ho avuta, una madre; ed era Luisa Salvani. La nuova, di cui mi parlate, mi darà essa un fratello? Mi darà essa colui che correva gaio al mio fianco? colui che bambina mi baloccava colle sue arti fanciullesche? colui che più tardi ha patito per me e con me? colui che fu la mia guida, la mia salvezza, la mia vita? Andate, Lorenzo; fate ciò che vi consiglia il cuor vostro; ma non chiedete a Maria di strapparsi il cuore dal petto, e di vivere, quando tutto il passato, tutto il suo dolce passato, dintorno a lei fosse morto! -

E pronunziate queste ultime parole, la povera fanciulla diede in uno scoppio di pianto. Lorenzo Salvani pallido, ansante, non aveva potuto interromperla; non sapeva che risponderle. L’animo suo durava una guerra la quale ai lettori sarà più facile argomentare, che non a noi raccontare.

- Maria! Maria! - gridò egli perduto. - voi mi straziate l’anima con queste parole. Abbiate pietà di me, ve ne supplico. Lorenzo, il vostro povero fratello, non è più buono a nulla su questa terra. Non vedete? Il destino mi perseguita, m’incalza; la mia vita è senza luce di allegrezza presente, senza un barlume di speranza lontana. Ella è buia buia, paurosa, come un sogno d’infermo, trabalzato senza posa di dolore in dolore, di sgomento in sgomento. Siate pietosa, o Maria, a un uomo il quale non ha più coscienza di sè; lasciate che il mio fato si compia!

- Quanto dolore. Dio santo! - proruppe Maria in un impeto di angoscia prepotente, suprema, che le tolse ogni misura, ogni rispetto di sè: - quanto dolore, per una donna che non vi ama! Ma che ho fatto io a quella donna, perchè ella abbia da uccidermi in tal guisa? -

Sussultò Lorenzo a quelle parole, che il soverchio dell’amarezza dettava a Maria; ma egli era tuttavia lontano dallo intenderne il perchè.

- V’ingannate, sorella; - rispose con accento sicuro; - io non amo quella donna che voi dite: non la ricordo nemmeno.

- Giuratelo!

- Per tutto quanto ho di più sacro al mondo; per la memoria venerata dei miei parenti, che voi avete invocata testè,