Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/98

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In molte case nobili di Genova i servitori non hanno ancora perduto l’uso di dare dell’Eccellenza al padrone. In altri luoghi d’Italia, in cambio di smetterlo, si dà quel titolo a tutti, come il governo darebbe una croce di cavaliere. La qual cosa non fa male a nessuno, e un’usanza val l’altra.

- Mio nonno! - esclamò Aloise, volgendosi al Pietrasanta. - E che diamine vuole mio nonno da me?

- Vorrà forse far testamento, - rispose l’amico.

- Oh, questo l’avrà già fatto, e penso che non abbia neppure molto pensato al suo nipote. Ci ha certi figuri d’attorno!

- Basta, va a vedere che cosa vuole. È anche l’unico modo di saperlo.

- Tu parli come un savio della Grecia! - disse Aloise; ed entrò difilato in un’altra camera dove il maggiordomo del vecchio banchiere Vitali stava ad attenderlo.

Fu grande la meraviglia del marchese di Montalto quando seppe che suo nonno, il quale era sempre a letto ammalato, lo scongiurava che andasse da lui, ma non di giorno, sibbene in punto di mezzanotte, ora prediletta degli innamorati, dei congiurati e delle fantasime.


XII.

Di un vecchio che voleva vivere e non voleva fare testamento

Adesso il lettore ci usi la cortesia di seguirci in via di San Luca, dove lo faremo entrare in uno di que’ palazzi, che sarebbero magnifici, se avessero un po’ di spazio davanti, e che, stretti l’uno sull’altro dalla ragione dei tempi andati, quando otto metri di larghezza in una strada le facevano meritare il nome di stradone, implorano quotidianamente un raggio di luce per consolare la tetra malinconia che li opprime.

Saliremo ad un terzo piano, il quale, la mercè di una scala spaziosa, non ci parrà troppo alto, ed entreremo in una camera da letto, vasta come un dormitorio di collegio e fredda per conseguenza, quantunque vi si noti larghezza di sontuosi arredi ed un soffice tappeto che copre tutto il pavimento.

Questa vasta camera