Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/230

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de Sardaigne. - Il giovine Aloise di Montalto pareva al nostro uomo di Stato un’ottima preda. Aloise, in materia politica non aveva amori nè odii, non simpatie nè ripugnanze deliberate. La sua gioventù era scorsa in un tempo di sosta, povero di eventi e di lotte, in cui la sua mente avesse per amore o per forza a parteggiare; i suoi studi, le sue consuetudini, i suoi passatempi, lo aveano tenuto fuori (nè intendiamo dir qui se fosse male o bene) dal campo chiuso dove da secoli e secoli vengono a darsi la muta, a combattere con varia fortuna, tutti gli svariati sistemi di reggimento, tutti i grandi e piccoli interessi di popoli e di re, tutti i diritti e tutti i privilegi, tutte le inconsiderate verità e tutte le prudenti menzogne. Perciò il marchese Antoniotto poteva sperare di trarre Aloise dalla sua, contentando quella manìa d’apostolato che aveva, e che l’accorto gesuita gli era andato accarezzando nell’animo.

E perciò egli stesso, nel disporsi colla consorte al suo viaggio autunnale che i lettori conoscono, udito da Aloise che egli pure non sarebbe stato alieno dal muoversi un poco e veder nuovi paesi, gli si profferse volenteroso Mentore nelle sue medesime gite, e introduttore autorevole presso i gran dignitarii, gli archimandriti dell’ordine europeo. Non è a dire se questa paresse fortuna ad Aloise, e come ci andasse di buone gambe. Argomentatelo da questo, che egli non seguì, precedette la nobil coppia a Parigi. Colà, presentato, messo innanzi dal dotto maestro, Aloise conobbe tutti i caporioni del vecchio partito, che spaziava nel sobborgo di San Germano e invadeva anche un tratto delle Tuileries; vecchi legittimisti diventati imperiali; vecchi imperiali diventati legittimisti; repubblicani del 1830 che s’accostavano a San Vincenzo de’ Paoli; giudei che veneravano il Papa; grande intriso di vecchie furberie e di giovani vanità; amalgama d’ambizioni e d’interessi che per loro natura avrebbero dovuto cozzare, e che per comune necessità si stringevano insieme; misto di vecchie penitenti, e di giovani peccatrici di chiesa e di caserma, di confessionale e d’alcova, di salotto e di giornale; tutto alla mescolata, oro ed orpello; tutto alla rinfusa, vizio e virtù, per la maggior gloria di Dio e pel maggior bene dei popoli.

A Monaco, a Vienna, altri centri di reazione politica (chiediamo perdonanza di questo barbaro gergo ai lettori) fu per Aloise la medesima storia. In ogni luogo egli era stato come il primo segretario di quell’ambasciatore in partibus; e senza far cosa alcuna, parlando poco e non dicendo nulla,