Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/279

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- Coraggio! Leggete; - disse il duca di Feira, voltando egli stesso un’altra pagina, e indicandogli un punto del manoscritto; - questa è la vita di Ginevra. -

Il giovine tremò tutto, a quell’invito del duca; volse lo sguardo dove questi accennava col dito, e rimase immobile a lungo, cogli occhi sbarrati, ma senza leggere, quasi senza vedere lo scritto. Quelle linee di caratteri fitti si schieravano bensì dinanzi a lui, ma in quelle forme strane, bizzarre, ad ogni tratto mutevoli, che sono proprie del sogno, e da quelle linee, che parevano muoversi sotto i suoi occhi, alzarsi e discendere, urtarsi, incrociarsi e scomporsi senza posa, sorgevano, come vapori notturni dalla superficie d’un lago, immagini dolorose ad ingombrargli1 lo spirito. Sei anni, sei lunghi anni di martirio, gli scorrevano per tal guisa dinanzi agli occhi della mente.

Quella donna era apparsa un giorno, come Venere vittoriosa, e aveva col solo aspetto soggiogata la moltitudine dei riguardanti. Egli solo, Aloise di Montalto, mentre tutti gli occhi erano volti su lei, egli solo non l’aveva guardata neppure un istante; egli solo, a malgrado degli inviti amichevoli, aveva avuta la costanza di rimanersi tutta una sera colle spalle rivolte a quella sovrumana bellezza. Era egli un presentimento, un’arcana paura?

Finalmente una sera, fosse caso o destino, egli l’aveva veduta; e vederla e amarla era stato tutt’uno. Questi amori veloci, irresistibili, fatali, sono una malattia tutta italiana. E contro quella rovina di un sol momento egli aveva lottato sei anni; fermo, sereno in apparenza, ma piagato nel profondo del cuore, era vissuto sei anni senza tentare, senza ardire, quasi senza desiderare di avvicinarsi a lei, ond’era ripiena tutta l’anima sua. Perchè egli s’era dato a lei, s’era posto in sua balìa, senza pompa di sacrifizio, senza patti, senza speranza di mercede. La vittoriosa non ne sapeva nulla, ed era già il pensiero dei suoi giorni, il sogno delle sue notti. Ognuno regalava al biondo Aloise le più liete avventure; il suo far riguardoso, il suo vivere chiuso, insieme colla sua eleganza e coll’alterezza d’un bel nome nobilmente portato, lo rendevano in singolar modo accetto alla più graziosa, alla sola graziosa, metà del genere umano; le sue lodi andavano per tutte quelle labbra di cui sono più desiderabili i baci; laonde, egli non avveniva che il giovane si avvicinasse, per debito di cortesia, a una di quelle regine del salotto e del palco, senza che gli amici, i conoscenti, e tutta quella moltitudine di cortigiani che farfalleggiano intorno

  1. Nell’originale "imgombrargli".