Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/32

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Vestita con quella cara semplicità che è lo sfoggio più conveniente della bellezza, Ginevra era seduta al suo solito posto, sotto l’albero prediletto, daccanto alla tavola di lavagna. Indossava una veste di quella seta tenue, leggiera, che i francesi chiamano foulard, bianchiccia di fondo e tutta disegnata a ciocche di minuti fiorellini. La vita era tagliata a mezzo scollo; ma, a dissimulare il sommo delle spalle ignude, e più ancora ad accrescere grazia a quella stupenda figura, le si girava intorno all’imbusto, secondo l’antica foggia di Maria Antonietta, un candido fisciù di velo trapunto, i cui capi (felicissimi capi, avrebbe detto il lezioso De’ Carli) scendevano ad abbracciarle il giro di una vita, non troppo piena nè troppo snella, come vediamo essere stata condotta dal greco scalpello la vita di Venere. Teneva davanti a sè il suo telaio da ricamo, tra le stecche del quale era teso il canavaccio che ella con lana di svariati colori andava ricamando a punto in croce dei più graziosi rabeschi.

Daccanto a lei, Maddalena stava lavorando all’uncinetto certe maglie, che non sapremmo e che non mette conto descrivere; arnesi da salotto che si fanno per ingannare il tempo ed anco un tantino per impedire ai signori uomini di insudiciare colla manteca delle loro capigliature la spalliera di una poltrona, o d’un canapè. La Giulia, per contro, non faceva nulla, e da un’ora si andava dolendo di non aver portato nessun lavoruccio con sè.

— Cigàla, — disse ella finalmente, — aiutatemi a dipanare la lana di Ginevra.

— Eccomi pronto; — rispose il giovinotto, mettendo con bel garbo le palme a sostegno di una piccola matassa che gli andava sporgendo la Giulia; — ma vi annunzio che vi servirò molto male.

— Perchè? — disse ella di rimando. — Ogni cosa andrà pel suo verso, se starete attento.

— E lo potrò io? — dimandò con aria di candore il Cigàla.

Al candore risponde assai bene il rossore, e la marchesa Giulia arrossì tanto più facilmente, in quanto che la cosa tornava agevolissima a quel suo viso di Erigone.

— Oggi siete più galante del solito! — ripigliò la dama, provandosi a guardare in volto il suo faceto vicino.

— Lo credo io! — rispose il Cigàla, che non si lasciava mai cogliere disarmato. — Sono galante per due. In me parla il presente e l’assente.

— Che cosa mi dite voi ora? Vedete, non trovo più il bandolo.