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— È l’ora degli innamorati! — rispose modestamente il Giuliani.
— Ma voi non siete più tale.
— Ah, crudele, me lo rammentate?
— Si può ben rammentarlo a chi lo ha dimenticato da cinque anni?
— Proprio da cinque? Mi pareva di più; e questo vi prova come il tempo mi sia parso lungo. Ma permettete che vi presenti il signor Contini, uno dei più bei giovani di Genova.
— Non gli credete! — soggiunse Marcello Contini con un accento e con un piglio così dolce che «parea Gabriel che dicesse Ave».
— Credo a’ miei occhi; — rispose la Violetta, guardandolo in volto colla libertà di certe donne, a cui non sogliono andar angioli per ambasciatori. E, ciò detto, venne a sedersi sul canapè, accanto a Marcello.
— Ah, sono contento! — disse il Giuliani, sedendosi a sua volta su d’una scranna, di costa al canapè, e pigliando familiarmente tra le sue una mano della Violetta. — Se non amate più me, amerete il mio amico, colui che io amo, sto per dire, più de’ miei occhi medesimi. Non sarò io il preferito; tu Marcellus eris.... —
Marcello aveva già aperto la bocca per dire al Giuliani che volesse finirla col suo eterno latino; ma non gliene lasciò il tempo la donna.
— Non vi farò il torto di credere, — diss’ella al Giuliani; — che siate venuto per ciò....
— Vi potrei rispondere: «perchè no?» — interruppe il giornalista. — C’è un amico che si strugge d’amore, e bisogna pure aver compassione di lui, non mettere indugio a contentarlo. Ma io rinunzio a questo argomento, e vi parlo col cuore in mano. Marcello è venuto per conoscervi, accompagnando me, il quale....
— Il quale? — incalzò la donna, vedendo che il Giuliani, rimaneva sospeso.
— Il quale sono venuto, — proseguì il Giuliani, la cui esitanza altro non era che un artifizio oratorio, — per parlare col nostro Garasso.
— La bomba è scoppiata! — disse Marcello tra sè. — Ora vediamo che cosa gli risponde costei. —
Bisogna credere che le donne siano meno sensitive degli uomini, o che un’antica necessità, diventata come una seconda natura, le faccia più forti a dissimulare le commozioni dell’animo. Non un lampo degli occhi, non un moto