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La Violetta, che era donna da cogliere i moscerini al volo, rispose a Marcello con un’occhiata da tragedia, che aveva l’aria di volerlo passare fuor fuori; e si sciolse dalle sue strette col piglio di donna che è allo stremo delle sue forze e che invita a tener saldo.

Intanto il Giuliani, che vedeva riuscire il suo disegno a buon porto, proseguì:

— Violetta perdonate. Ve ne ha pregato il mio amico Marcello, che mi pare innamorato cotto di voi. Io, poverino, lo vedete, lavoro umilmente per gli altri.

— Pazzo!

— Ridete? Tanto meglio. Ciò vi aiuta a mostrare trentadue perle orientali. Ora, se io vi facessi toccar con mano che il Garasso è un furfante....

— Non lo riceverei più! Anzi, non occorre che lavoriate più oltre; — disse Violetta, volgendo un’occhiata assassina a Marcello, — dico fin d’ora alla Rosa che non gli apra l’uscio.... se gli saltasse in mente di venire quassù.

— Ah, se gli saltasse in mente? Ma bisognerebbe proprio che gli saltasse, poichè ho un gran desiderio di vederlo.

— È vero, me lo avevate già detto.... — notò la Violetta, ricordando le prime parole del Giuliani.

E in quella che così parlava, i suoi occhi si volsero a lui, in atto d’interrogarlo. Ma egli non stimò necessario rispondere a quella muta dimanda.

— E la Rosa, — proseguì egli, — farà molto bene ad aprirgli.

— Ma perchè?

— Perchè ho cose importantissime a dirgli.

— Giuliani, qui c’è qualcosa che io....

— Che?

— Un mistero.... Voi mi sembrate molto desideroso di vedere quest’uomo.

— Fate conto che io n’abbia una gran voglia.

— Ma voi andrete ad aspettarlo fuori.

— In verità, avremmo pur fatto così, se voi non ci aveste aperto. Ora siamo dentro e ci stiamo, con vostra licenza, perchè il luogo è più sicuro, e più acconcio al colloquio che debbo avere col nostro galantuomo.

— Galantuomo! Perchè dite galantuomo?

— Ah sì, scusate, dovevo dire briccone; ma ormai l’abuso del vocabolo è tale che può reputarsi un sinonimo dell’altro. Ricordate, Violetta, che ho promesso di mostrarvi chi sia il Garasso....