Pagina:Barzini - Dal Trentino al Carso, 1917.djvu/319

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la manovra vittoriosa 309


telefono: silenzio. Non sapeva come spiegarsi una interruzione generale delle linee, quando ha udito il gridìo dei nostri. Un istante dopo la foiba era invasa.

L’avanzata italiana arrivava in pieno sui servizi di retrovia. Gli austriaci avevano previsto la perdita di qualche tratto della prima linea, ma si sentivano sicuri di fermarci in tempo, credevano fermamente di poter creare nuovi argini immediati. Per due volte eravamo arrivati già sul Veliki, nelle passate offensive, e non avevamo potuto mantenerci sulla vetta. Ora l’assalto era entrato nel vivo dell’organismo nemico, ne troncava i nervi. La prima ondata sorprendeva corvées cariche di munizioni, piombava su delle salmerie.

Verso la Quota 308 una lunga carovana di muli che portava caffè, acqua, rancio e cartucce ai combattenti austriaci, si è trovata davanti ad una pattuglia italiana. Uno dei conducenti, un triestino, arrendendosi, ha detto al nostro ufficiale: «Sior tenente, conosso la strada per l’Italia!» — «Bene, allora va in Italia e guida gli altri!» gli ha risposto l’ufficiale, e lo ha lasciato andare. La carovana austriaca, con le some intatte, col suo caffè, la sua acqua, il suo rancio e le sue cartucce, ha proseguito tranquillamente il cammino, senza scorta, e non è stata lieve la sorpresa dei nostri nel Vallo-