Pagina:Barzini - Gl'italiani della Venezia Giulia, Milano, Ravà, 1915.djvu/34

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passa avanti alla lotta per migliorare; quando un popolo combatte per esistere, se è distolto dalla sua battaglia è morto. Prima essere, poi divenire. I problemi nazionali si comprendono poco nei luoghi dove sono risolti; ma i nostri socialisti, per i quali una questione dell’italianità non esiste qui, non possono non sentirla questa santa italianità al pensiero doloroso che col tempo Trieste possa essere Trst, e che il suo popolo non li capisca più e parli sloveno in virtù dello sviluppo di quelle scuole slave che il socialismo ha voluto e di quella potenza slava che il socialismo ha difeso.

Nelle scuole è certamente una delle forze di conservazione della nazionalità, e per questo anche contro le scuole italiane si volge accanita l’ostilità del governo. Conosciamo la storia dell’Università italiana, rifiutata da 65 anni. Quale inezia! Non si sa comunemente che il governo ha rifiutato agl’italiani tutte quante le scuole, di ogni genere. Da quando l’Austria ha soppresso le scuole italiane fondate da Napoleone, il governo non ha creato mai più una scuola italiana. Perchè dovrebbe dare l’Università quando non ha dato neppure un ginnasio? Tutto quello che c’è in fatto d’istruzione pubblica gl’italiani se lo pagano da loro sui bilanci municipali, su quelli provinciali, sui fondi della Lega Nazionale.


Per spegnere una civiltà.


Per legge il governo doveva fondare e mantenere le scuole medie italiane nelle provincie italiane. Esso non vi ha fondato e non vi mantiene che delle scuole tedesche e slave, esclusivamente, nelle quali l’ignoranza dell’italiano è doverosa, specialmente da parte dei professori che dovrebbero insegnarlo. Il governo inoltre sovvenziona quelle scuole elementari slovene che non può mantenere. 50.000 corone che in bilancio si dicono destinate alle «scuole popolari a Trieste», vanno notoriamente alla scuola slava dei Santi Cirillo e Metodio. Quindici maestri che nel bilancio figurano tra il personale delle scuole governative tedesche di piazza Lipsia