Pagina:Barzini - Sui monti, nel cielo e nel mare. La guerra d'Italia (gennaio-giugno 1916), 1917.djvu/108

Da Wikisource.
98 la lotta a oslavia


mini tagliati fuori dal nostro fuoco d’interdizione. Un plotone austriaco, asserragliato nelle rovine di due case, fu sloggiato con la baionetta. A sinistra della collina, una compagnia italiana sorpassò audacemente le posizioni per inseguire un manipolo austriaco che fuggiva verso la formidabile altura di Peuma. I fuggiaschi imboccarono un camminamento, e i nostri dietro, urlando, le baionette basse. La fuga portò lo scompiglio in una trincea avanzata austriaca, che si vuotò. I nostri la occuparono, vi si asserragliarono, lavorarono a rovesciarne i parapetti, la tennero.

Era sull’imbrunire. Quella trincea è stata difesa dai nostri tutta la notte. Ma non fu possibile potere stabilire comunicazioni con essa e inviarvi rinforzi, e l’abbandono si impose. L’artiglieria austriaca aveva chiuso la strada con un fuoco furioso che diceva la concitazione e l’allarme.

Al tramonto del giorno 15 noi avevamo dunque ripreso Oslavia e ci eravamo incuneati a sinistra nelle forti posizioni nemiche di Peuma, ma al centro la Sella era rimasta austriaca.

Un primo tentativo per riconquistarla era fallito. Fu precisamente all’assalto della Sella che cadde l’eroico colonnello alla cui pronta manovra si doveva la difesa della Quota 188. Per cooperare ad un nuovo sforzo fu fatto avvicinare un reparto di bersaglieri. Venne scorto dal nemico, cannoneggiato, decimato, fer-