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58 problemi inattesi della guerra

e in certi casi a quindici. Così rafforzati poterono portare dei carichi di mezza tonnellata, salire oltre i tremila metri, volare a centoquindici e a centoventi chilometri all’ora, percorrere cinquecento chilometri senza scalo.

Si ebbero allora notizie di grandi incursioni francesi, di bombardamenti di basi e di retrovie tedesche, di irresistibili spedizioni di rappresaglia. Squadriglie di venti, di trenta, di quaranta aeroplani, bene armati, compirono le prime imponenti azioni dell’aria. Il Fokker ne fu la conseguenza.

Il Fokker è stato per qualche tempo la più formidabile delle macchine da caccia. I tedeschi avevano talmente trascurato ogni studio dell’aviazione leggera, che si trovarono imbarazzati a creare il piccolo aeroplano da aggressione, agile, minuto, dominatore. Presero l’invenzione da un olandese, l’ingegnere Fokker. Costui era stato impiegato in Italia, presso Caproni, e si dice anzi che il suo apparecchio non sia altro che una copia di un monoplano Caproni, munita di un motore tipo Gnome costruito dalla «Mércédes». All’aspetto il Fokker ricorda quel piccolo Morane che fu il primo cacciatore dei cieli.

La comparsa del Fokker avvenne nel maggio del 1915. Non possiamo dimenticare questa data. Cominciava allora la nostra guerra.

In quell’epoca, dunque, l’aviazione militare era già così trasformata che nessuno dei mi-